12 Mar
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Oggi noi psicologi abbiamo l’obbligo professionale e sociale di stare fisicamente lontani dai nostri pazienti per potergli stare emotivamente più vicino.

E’ un momento di emergenza, un momento delicatissimo. Per la prima volta nella storia Italiana un Decreto Ministeriale impone delle restrizioni alla nostra vita private e regolamenta anche le espressioni intime di vicinanza emotiva tra noi e le persone che amiamo. Non si tratta di una deriva autoritaria, ma di un decreto emesso al solo scopo di tutelare la salute pubblica.

Come tutte le emergenze, anche questa emergenza tende a polarizzare i comportamenti delle persone. Il rischio che corriamo è quello di uno scivolamento in senso depressivo o, al contrario, in senso maniacale. Proprio questi scivolamenti sono stati i responsabili dei comportamenti disfunzionali degli ultimi giorni e hanno generato da un lato il panico confuso degli assalti ai supermercati e dall’altro la sottovalutazione sistematica del pericolo.

Come professionisti abbiamo il mandato sociale di navigare tra questi due estremi aiutando noi stessi e tutta la popolazione ad adottare risposte più funzionali alla paura generata dalle ipotesi di contagio.

Se senti di aver bisogno di aiuto nella gestione di questa situazione di emergenza, non arrenderti alla solitudine che l’isolamento di questo decreto ci impone. Puoi chiedere aiuto ad un professionista che, pur rispettando le prescrizioni governative, possa facilitare l’esplorazione delle tue emozioni.

Per consulenze telefoniche, via Skype o Webcall contattami al 375 5081945.

Insieme, possiamo.


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